Tomás Saraceno – ANIMA∞LE
Pinksummer è lieta di annunciare la nuova mostra di Tomás Saraceno – ANIMA∞LE
La mostra inaugurerà il 30 novembre 2024, ore 18-21, e sarà visibile sino al 01.03.2025
Orari di apertura: da martedì a sabato, orario 15 – 19.30
Comunicato stampa
Nel bel testo che Tomás Saraceno ha scritto per il catalogo della mostra tenutasi alla Serpentine nel 2022, Web(s) of Life, dopo aver affermato che la Fondazione Aerocene dal 2015 supporta direttamente attività che né le gallerie dell’artista, né lo Studio Saraceno con le loro produzioni di arte possono sostenere, rispetto alla solidarietà e al vero e proprio attivismo contro l’estrazione del litio che consuma acqua in luoghi del “Sud Globale” in cui l’elemento è prezioso per il sostentamento dei popoli e delle creature di quelle latitudini: “Un accordo con le mie gallerie significa anche che ogni profitto rispetto ai lavori connessi con la Fondazione Aerocene sia diviso in tre: lo Studio, le gallerie e per le comunità della Salinas Grandes e della Laguna Guayatayoc attraverso una NGO locale in Argentina che si chiama FARN” e continua: “Dobbiamo anche chiederci da dove vengano i nostri ospiti. Chi sono? Cosa accade quando un museo prende in considerazione i visitatori non-umani? Chi ha il potere di deciderlo? Noi diamo il benvenuto ai cani nella nostra mostra e essi conteranno nelle nostre statistiche. Vorranno rimanere tutti gli uccelli e i ragni quando finirà la mostra? Alcune case per gli uccelli diventeranno stabili qui? Io non posso remunerare i ragni/ragnatele, la cui autorialità e saggezza hanno un posto centrale in Web(s) of Life, continuiamo a cercare modi non-estrattivi e sensitivi per supportare la ricerca e le pratiche di quelli della comunità Aracnophilia […] che attraverso la pratica divinatoria del Ŋgam dù rivelano un vero dialogo interspecista […] Abbiamo anche discusso come le sculture di Cloud Cities, quando sono occupate dagli uccelli, potranno rimanere stabili nel luogo, e dunque la proprietà di una tale opera dovrà essere estesa per istanza ai suoi ospiti volanti come co-proprietari insieme a futuri collezionisti. Decrescita della proprietà… ricrescita della responsabilità. Lo abbiamo chiamato certificato di autenticità e implica: se un collezionista acquisisce la scultura, sarà in co-proprietà insieme all’uccello e non gli sarà consentito di trasportarlo e trasferirlo fino a quando l’uccello nidificherà dentro di essa” e infine Saraceno afferma: “Con l’immagine di un seme dormiente, in uno stato latente di speranza, io e molti altri abbiamo provato a dare un piccolo contributo al movimento di decrescita, aggiungendo a questa nozione quella di ri-crescita, un segno di rigenerazione piuttosto che di negazione. Questo progetto è imperfetto, lento e talvolta può apparire come un tentativo goffo di prendere il passo verso una transizione meno estrattiva e più eco-sociale; non solo una transizione rispetto al flusso di energia, ma un movimento di scambio di conoscenza e di modi nei quali differenti forme di sapere siano rispettate, supportate e valorizzate”.
La mostra Anima∞le presenterà una forma di Cloud Cities, se vogliamo meno austera, teorica e elegante, ma accogliente anche per i visitatori non-umani: ragni, insetti, uccelli, cani e a Genova da Pinksummer anche gatti. Una declinazione di Cloud Cities che focalizza ancor più sulla teoria che l’universo non ha frontiere e che appartiene anche ai non-umani di tutte le specie a cui siamo accomunati dallo stesso destino, soprattutto di fronte alla consapevolezza della minaccia ecologica.
Quel seme dormiente di speranza di cui scrive Saraceno, rispetto a trovare il passo verso comportamenti meno estrattivi e più eco-solidali, si sta manifestando anche con il cambiamento del rapporto della nostra complessa società umana verso gli animali. Come tratta un articolo su “Wired” di Marco Grieco “Gli animali hanno un’anima? Ora se lo chiede anche la Chiesa”: nel periodo dirigistico iper estrattivo del boom economico il cinema metteva in scena Uccelli di Alfred Hitchcock (1963), Lo Squalo di Steven Spielberg (1975), inquadrando con precisione il rapporto conflittuale tra l’uomo e il resto del regno animale, atteggiamento fedele peraltro a una tradizione favolistica moderna sconfinata. Nel 2019 la serie Netflix Giù le mani dai gatti: caccia a un killer on-line ribalta la prospettiva. Ispirata a una storia vera, la serie inizia con la testimonianza di due internet nerds che non si conoscono e che si sono incontrati on line perché entrambi sono rimasti sconvolti da un video in cui qualcuno uccide due gattini. Assieme a altri hanno deciso di trovare il killer, lavorando come investigatori senza uscire da casa. Con l’ utilizzo della tecnologia scovano indizi, uniscono i puntini per trovare luoghi, tempi e un volto, quello infine di Luka Magnotta, killer dei gatti che si scoprirà essere anche l’assassino dello studente cinese Jun Lin a Montréal.
Chi è feroce verso gli animali non umani lo è spesso con quelli della propria specie, nell’ultimo romanzo Schegge di Bret Eston Ellis, il serial killer chiamato nel libro Pescatore a Strascico, poco prima di uccidere la sua vittima umana, rapisce e tortura i suoi animali domestici e quelli del quartiere. Leggendo il romanzo ogni volta che il giovane protagonista Bret, rientra nella sua ricca casa sulla Mulholland Drive a Los Angeles, priva di genitori perennemente in vacanza in Europa, assale una densissima ansia fino a quando il piccolo cane Shingy non si manifesta.
Porfirio di Tiro (III secolo d.C.), la cui scrittura dai frammenti lascia intravedere una sorta di pubblicista contemporaneo, che da buon neoplatonico riprende I pitagorici e nel trattato De Abstinentia afferma che chi ama la natura animata non odierà nessuna classe di esseri innocenti e quanto sarà il suo amore per il tutto, tanto più coltiverà la giustizia.
Porfirio inoltre afferma che la dieta vegetariana rende più buoni della dieta carnivora, perché procura un senso di pace della ragione.
Konrad Lorenz, per il suo saggio narrativo sul linguaggio comportamentale degli animali non-umani, L’anello di Re Salomone, muove dalla leggenda che il re possedesse un anello che gli dava il potere di parlare con gli animali, lasciando intendere che la saggezza del mitico sovrano derivasse proprio da questa pratica.
Rispetto a Leonardo da Vinci il Vasari afferma: “Veramente mirabile e celeste fu Lionardo…. E non avendo egli si può dir nulla, e poco lavorando, del continuo tenne servitori e cavalli, de’ quali si dilettò molto, e particolarmente di tutti gli altri animali, i quali con grandissimo amore e pacienza governava. E mostrollo ché spesso passando dai luoghi dove si vendevano uccelli, di sua mano cavandoli di gabbia a pagatogli a chi li vendeva il prezzo che n’era richiesto, li lanciava in aria a volo, restituendogli la perduta libertà”. Si dice che Leonardo non mangiasse carne. D’altra parte anche nella Genesi Dio invita l’uomo a cibarsi dei frutti degli alberi e non degli animali e pare che i cristiani primitivi si attenessero a questo precetto, come del resto Francesco d’Assisi fece in seguito.
Sempre nel medesimo articolo sull’anima degli animali di “Wired” si legge basandosi su statistiche precise che in Italia nel 2020, anno della pandemia, si è registrato un boom di adozioni di cani e gatti per un totale di 17.600 animali domestici, il 15% in più dell’anno precedente e che anche a tavola l’Italia sta cambiando, pur essendo il quarto produttore di carne bovina in Europa, negli ultimi dieci anni il consumo è diminuito di un terzo.
Ammesso che l’uomo possegga o meno un’anima immortale, riesce davvero difficile o alquanto irrazionale pensare che il soffio degli animali sia più restio a una qualche ascensione metafisica, ma non è importante, l’etica riguarda soprattutto la Terra considerata come divinità laica. D’altra parte ci sono stati momenti della Storia, in cui si diceva che anche la donna fosse priva di soffio divino, come altre specie umane ritenute inferiori. La cultura patriarcale è tuttora irragionevole, anche sotto il profilo capitalistico della finanza, svincolata da ogni forma di produzione, che non sia il denaro per il denaro anche quello nuovo digitale straperformativo.
Vogliamo credere che queste sculture di Cloud Cities pensate da Tomás Saraceno per accogliere gli “zóa”, contengano il seme della speranza che conduce al manifestarsi di un mondo rinnovato e più evoluto in cui vitella/o e leoncella/o pascoleranno assieme a una piccola/o fanciulla/o, per citare l’Isaia della Bibbia.
Benvenuti saranno I vostri animali non umani in questa mostra di Tomás Saraceno e benvenuti saranno anche quelli che speriamo giungano non accompagnati da umani per appropriarsi delle sculture Cloud Cities per uccelli e insetti sistemate nel Cortile Maggiore di Palazzo Ducale.
Ci verrebbe da concludere con la favola di Esopo Il Ragno e la Podagra, ma non ci sembra appropriato, Cloud Cities combattendo le frontiere e lo specismo, vuole andare oltre alle forme di classismo divisivo. Come a dire che tutti beneficierebbero di un certo tipo di decrescita che implica il ritorno necessario dello Welfare, inabissato dai capitali folli del neo-liberismo di matrice individuale indotto dalla globalità nei fatti un po’ di cartapesta, come una quinta teatrale che nasconde il backstage.
Lasciamo piuttosto spazio a Alberto Pesavento, collaboratore e fondatore della comunità del Museo Aero Solar con Saraceno, una comunità la cui visione ha contribuito anche alla formazione della Fondazione Aerocene, che ci racconta di un’opera speciale che sarà presentata in mostra.
Titolo: “Ora d’aria”
Serie di favi di miele naturali costruiti dalle api mellifere all’interno di un coprifavo posizionato al contrario sopra il nido dall’apicoltore.
L’apicoltore: “Qualche volta le api vanno a farsi una passeggiata nei dintorni e portano con sé tutto il necessario: cera e miele. Sembra poi che le api preferiscano occupare questo spazio vuoto piuttosto che quello che offriamo loro di solito: un nido a misura d’uomo.”
Tutti i proventi di quest’opera d’arte saranno utilizzati per preservare l’apicoltura sostenibile su piccola scala e i
progetti educativi sulle api da miele.
In collaborazione con âseméil
www.asemeil.it