The Icelandic Love Corporation – Origin

faces 2011

Pinksummer: Una volta affermaste che non vi piace spiegare troppo il vostro lavoro, preferite preparare la zuppa, per usare le vostre parole, e lasciare la facoltà di decidere se è gustosa o meno a chiunque voglia assaggiarla. Tuttavia diceste anche che il vostro lavoro è sincero, associando la sincerità all’umorismo. L’uso che fate dell’umorismo di fatto appare fondante rispetto alla vostra modalità, citandovi: “L’umorismo è super-necessario anche quando si esprime qualcosa di serio; si possono toccare effettivamente le persone con l’umorismo”.
Sincerità, umorismo e serietà appaiono in questo senso correlati. E’ stata appena tradotta e pubblicata in Italia una raccolta di saggi di Virginia Woolf, in uno dei quali anche la scrittrice associa, non tanto l’umorismo (che afferma essere precluso alle donne, alle quali è permesso, solo di essere tragiche o comiche), ma la risata, alla sincerità e alla serietà, perché si può ridere su qualcosa o qualcuno, soltanto intuendone l’essenza più profonda. L’umorismo, afferma la Woolf, sta sulle vette delle menti eccelse che da lassù guardano la vita come un panorama; la risata sincera improvvisa, esce invece dalla bocca dei bambini e delle sciocche donne. Un suono disarticolato a cui socialmente viene conferita assai meno virtù che non alle lacrime e al nero, tuttavia è proprio la capacità di ridere che distingue l’uomo dagli animali e dagli esseri superiori, perché, che si sappia , né i cani né gli dei sono mai stati visti ridere. Senza considerare scrive la Woolf ” Che nel cercare il punto privilegiato di osservazione dell’umorista, mentre si tiene in equilibrio sul pinnacolo negato alle sue sorelle – il maschio ginnasta non di rado precipita ignominiosamente sull’uno o sull’altro versante, o piomba nel grottesco, o scende sul duro suolo della banalità seriosa, dove, per rendergli giustizia, va detto che si trova del tutto a suo agio”. La Woolf sostiene poi che lo spirito solenne della tragedia appartiene al genere maschile, mentre la commedia appartiene allo stesso sesso delle Grazie e delle Muse e conclude : “Non c’è niente, in verità tanto difficile quanto ridere e far ridere, ma non esiste qualità che valga di più. E’ una lama che recide ciò che è superfluo, riproporziona e restituisce la giusta misura e sincerità alle nostre azioni e parole”.
Credete che l’umorismo abbia un sesso e la risata un altro?

ILC: Ci potrebbe essere una differenza nel modo in cui uomini e donne usano il riso e l’umorismo, ma facciamo fatica a distinguerla. Per qualche ragione ci sono molte meno donne che fanno cabaret, ma quelle che lo fanno sono spesso estremamente divertenti e taglienti, come le inglesi Smack the Pony. Ma in questa attività, come in qualsiasi altra, le donne di solito devono essere molto più brave degli uomini per farsi strada … il che dovrebbe rendere gli amanti dell’arte più sicuri quando comprano opere realizzate da artiste donne di successo…
La risata è un dono per l’umanità, questo è vero, come l’amore e tanti altri meravigliosi regali della vita. Può essere uno strumento potente, nel bene e nel male, e c’è una grande differenza tra il ridere di e ridere con qualcuno. I livelli e la messa a punto della risata e dell’umorismo sono talvolta complessi e intricati. Una buona capacità di comprensione sociale è necessaria nella foresta di risate. Una bella risata dice più di mille parole e, a riguardo, è stato detto che niente spaventa gli uomini più che le risate delle donne.
Le opere che saranno in mostra da Pinksummer non sono divertenti, ma potrebbero provocare un risolino in quelli che trovano i genitali imbarazzanti. Il lavoro potrebbe anche suscitare qualche fastidiosa sensazione per alcuni fanatici religiosi, ma dovremo solo saper convivere con questo.
Come scrivete all’inizio della vostra lunga domanda, spesso usiamo l’umorismo nel nostro lavoro, e fin dal principio della nostra collaborazione stabilimmo che avremmo smesso di lavorare assieme, non appena ci fossimo accorte di non trovarlo più divertente. A volte diciamo anche che il nostro lavoro è per il 40% ironia e il 60% sincerità. O era il contrario …? In altre parole, ci piace pensare che il lavoro sia divertente e serio allo stesso tempo. Siamo fermamente convinte che se si vuole mandare un messaggio, funziona meglio essere divertenti e intrattenere, piuttosto che tenere conferenze o predicare. L’umorismo è una forza nell’abbattere i tabù e nell’aprire argomenti difficili. E’ molto catartico, e l’umanità lo sa da sempre. Quindi, sì, ci aggrappiamo ad esso in un modo femminile, dal momento che siamo donne e costruiamo sulla nostra esperienza.

P: Giacomo Leopardi, grandissimo poeta italiano vissuto a cavallo tra il ‘700 e l’ 800, dedicandosi per un certo periodo alla prosa scrisse le “Operette Morali “, “Un libro di sogni poetici, d’invenzioni e capricci malinconici”, come egli stesso lo definì, in cui la natura è concepita come indifferente all’essere umano e la vita dell’uomo come una lotta per la sopravvivenza destinata a fallire. Uno di questi dialoghi metafisici e irreali è il “Dialogo tra la Natura e un islandese”, in cui si racconta di un islandese appunto , viaggiatore per disperazione, che sotto la linea dell’Equatore incontra la Natura, una donna bella e terribile, grande come i testoni dell’isola di Pasqua. La Natura chiede all’Islandese come mai si trovasse da quelle parti in cui la sua specie è ignota, l’uomo inizia a spiegarle che per tutta la vita ha tentato di sfuggire ai patimenti che il vivere implica e di cui incolpa esplicitamente proprio la Natura. Dapprima, dice l’Islandese, per scampare alla stoltezza degli uomini, che da sé medesimi si recano danno con guerre e competizioni, si rifugiò nella solitudine ,“Cosa che nell’isola mia nativa si può recare ad effetto senza difficoltà”, tuttavia, “La lunghezza del verno, l’intensità del freddo e l’ardore della state, che sono qualità di quel luogo, mi travagliavano di continuo”. Allora l’Islandese racconta di aver lasciato l’Islanda, ma neppure in altri luoghi riuscì a riscattarsi dalla sofferenza, lamentandosi di non aver trovato alcun posto accogliente. A un certo punto della lagna, la Natura interrompe l’Islandese per chiedergli se credesse forse che il mondo fosse stato confezionato su misura per lui e prosegue argomentando, in totale onestà , che il suo scopo è la perpetuazione del mondo, inteso nella dualità nascita/morte, creazione/distruzione, e non certo causare piacere o dolore agli uomini: se ciò accade, nel bene o nel male, la Natura dichiara di esserne del tutto inconsapevole. La fine è sarcastica: sembra che proprio mentre la Natura e l’Islandese si trovavano in siffatta conversazione sono arrivati due leoni che lo hanno mangiato, o forse, scrive Leopardi, è arrivato un vento fortissimo che ha ricoperto l’Islandese di sabbia mummificandolo e adesso, la mummia del poverino si trova esposta in un museo di una non precisata città d ‘Europa.
Già Voltaire aveva scelto un islandese per il dialogo “L’histoire de Jenni” , Leopardi lo sceglie in quanto emblematico rispetto all’idea dell’uomo che lotta duramente per sopravvivere in un mondo sorto non certo a sua misura.
Credete che la piccola, meravigliosa Islanda, capace di fermare la velocità del nostro mondo con l’eruzione di uno dei suoi 200 vulcani, abbia temprato il vostro lavoro?

ILC: Si. Gli Islandesi, così come gli altri esseri umani di questo mondo, sono parte della natura, in questo senso siamo uno degli animali della natura, e sì, siamo certe che crescere in questo ambiente in qualche modo ci abbia plasmato. E’ anche interessante vedere che, anche se tutte e tre abbiamo viaggiato come l’Islandese in questa divertente storia, e vissuto in altri paesi, siamo tornate a vivere in Islanda. Siamo come i salmoni che ritornano dove sono “nati” per deporre le loro uova, il fiume può essere freddo e duro, ma questo è il posto da dove veniamo.
Il problema di gran parte dell’umanità è che siamo partiti dalla natura, ma non la consideriamo come parte di noi, anche se siamo fatti della stessa materia. C’era una volta una donna che voleva salvare un albero che doveva essere abbattuto, così si arrampicò sull’albero e si rifiutò di scendere fino a che non fosse sicura di aver salvato l’albero. Passarono due anni e 8 giorni, nel frattempo era entrata in contatto con l’albero in maniera così stretta, che durante una grande tempesta aveva imparato a muoversi e piegarsi assieme all’albero, e questo le aveva salvato la vita.
Le più grandi minacce per la vita sulla terra sono opera dell’uomo, la bomba atomica e l’effetto serra. Dobbiamo prendere atto della madre terra e smettere di fare cose che la danneggiano o utilizzare cose che non funzionano quando ha bisogno di esplodere una volta ogni tanto. Senza un pianeta sano non ci sono i viaggi, né l’arte, né la vita come la conosciamo.
È affascinante che l’eruzione del Eyjafjallajökull nel 2010, quasi portò il mondo occidentale a una battuta d’arresto. Questo fece infuriare un sacco di gente che si sentiva come se la tecnologia li avesse salvati dalla natura. In un aeroporto in Inghilterra un uomo gridò: “Odio l’Islanda!”. C’è una teoria che afferma che un’eruzione del Lakagigar in Islanda fu uno dei motivi principali della Rivoluzione Francese. Nel 1783 questo vulcano sputò fuori tante ceneri velenose che uccise un islandese su cinque, e soffiò in tutto il mondo causando in Europa la carestia, che portò alla rivolta del popolo contro gli aristocratici.
E’ una specie di paradosso che l’uomo del vostro racconto debba partire dall’Islanda per incontrare questa donna grottesca chiamata Natura, perché ci verrebbe da pensare che possa esistere anche in Islanda. Ma è anche simbolico che la Natura sia una donna che vive al di sotto dell’Equatore. Questo può essere visto come simbolo degli organi sessuali. L’organo sessuale femminile è mistico e nascosto all’interno del corpo, ai maschi può sembrare grottesco e quasi come una ferita calda, che erutta. Così in questo senso, questa storia coglie anche l’essenza di come uomini e donne siano stati messi in categorie diverse nella cultura occidentale attraverso i secoli. Il maschio è freddo e logico, ma la femmina è calda e illogica, sentimentale e un po ‘stupida. Era forte la tendenza, e in qualche modo forse lo è ancora, a pensare la natura in questo modo, che sia semplicemente una specie di stupida cretina in mezzo al suo infinito ciclo di creazione e distruzione. Lei non ascolta nessun ragionamento. Alla gente piace ancora pensare che le loro decisioni siano basate sulla logica. E che la scienza e la tecnologia ci abbiano portato a un punto in cui abbiamo vinto la natura, ma se guardiamo più attentamente, vediamo quanto grezze e sterili siano le creazioni umane sintetiche paragonate alla natura. Gli esseri umani sono naturali e illogici, e sotto l’incantesimo delle emozioni, lo sono anche più di quanto ci piaccia ammettere.

P: Thoreau in Walden afferma canzonatorio che ci sono donne che fino all’ultimo giorno della loro vita, invece di pensare ai problemi metafisici che implica la morte, si occupano di ricamare la tovaglietta da té. Ricordiamo con grande piacere la visita al vostro Studio di Reikjavik, e la conversazione sul progetto a venire da pinksummer con una tazza di té in mano, mentre una di voi allattava il suo piccolo e tutte quante lo vezzeggiavamo. Ci viene ancora da ridere quando, non ricordiamo chi di voi tre, ci mostrò la busta di un collant sanpellegrino e sbarrando gli occhi sull’immagine esclamò “buona idea!” : sul pacchetto veniva mostrato un corpo femminile con la pancetta e i glutei un po’ flaccidi e poi, accanto, lo stesso corpo trasformato, dopo aver indossato le calze, con pancia piatta e sedere alto. Il vostro lavoro tende a recuperare una dimensione femminile che esce fuori dal pensiero andropico a cui il femminismo degli anni ’70 non ha sottratto la donna. Di fatto la stessa parola parità ha portato la donna a emulare il maschio, disconoscendo le proprie peculiarità se non per rimanere un mero oggetto del desiderio. Voi siete spesso impegnate in occupazioni squisitamente femminili come il ricamo, il cucito, il tricottare, avete tra l’altro progettato il vestito che Bjork indossa nell’immagine di “Volta” in cui sembra prendere fuoco. Tutto questo indulgere consapevole e calmo in tali faccende ha un che di politico, che restituisce una dimensione matriarcale fuori dai canoni estetici astratti che ci hanno disegnato attorno. Credete che si possa ritessere il mondo anche ricamando e bevendo té?

ILC: Sì, bere té può avere un effetto radicale. In realtà è stata la lucidità mentale di chi beve caffè e probabilmente anche té, che ha fatto la Rivoluzione Francese. Non solo uno stupido vulcano. Prima che il caffè arrivasse in Europa, la gente beveva molta più birra e non era in forma per fare la rivoluzione.
Ma a parte questo, ci piace abbracciare la tecnica tradizionale delle nostre nonne, e amiamo mescolarla con la nostra creatività e le nostre idee. Perché questa tecnica dovrebbe essere inferiore? Il punto di femminismo non è quello di metterci tutti nello stampo maschio alfa, ma di abbracciare le qualità più spesso collegate all’ “l’altro sesso”. Godiamoci la diversità della gente, questa è la chiave per ritessere il mondo.
E’ abbastanza fastidioso che il femminile sia sempre connesso con qualcosa di superficiale o non importante. Anche uomini intelligenti come Thoreau sono apparentemente colpevoli di questo pregiudizio. Naturalmente ci piacerebbe cambiare questa cosa. Perché il femminile arriva sempre secondo? Forse il ricamare tutto da sole non è sufficiente per cambiare il mondo. Un nostro amico una volta ci ha raccontato una storia interessante di un esperimento tra gli oranghi. All’interno delle tribù degli oranghi sembra che nascano a volte alcuni individui che sono maniaci del controllo e gravemente aggressivi e violenti. Diventano i cosiddetti maschi alfa dei gruppi, e governano su di essi con la minaccia e la paura. Gli scienziati credevano che, una volta rimossi questi maschi, i successivi nell’ordine gerarchico, si sarebbero automaticamente evoluti diventando patriarchi similmente violenti o dittatori. Ma questo non è accaduto. Nella maggioranza dei casi la tribù vive in pace e armonia per lungo tempo, dopo che questi personaggi sono stati rimossi. Si può dunque supporre che il 99% dell’umanità viva la sua vita, ricamando e bevendo té , e che in un certo senso, abbiamo solo bisogno di limitare il potere di quei pochi fanatici che creano tutto il disturbo.

P: A proposito di politica il prossimo 1 ottobre verrà forse approvata in “Islanda” quella che è stata chiamata la “Wiki” costituzione: per la prima volta una democrazia ha permesso di partecipare ai suoi cittadini alla realizzazione della carta costituzionale attraverso la rete. L’assemblea costituente voluta da Johanna Sigurdadottir è costituita da 25 cittadini, il cui unico requisito è la non appartenenza a partiti politici e la maggior età. Ci raccontate un poco di questa rivoluzione pacifica che gli islandesi portano avanti dal 2008, quando le speculazioni azzardate, condotte dalle lobbies politico-finanziarie, hanno condotto il paese a una recessione senza precedenti?

ILC: La costituzione ora è stata scritta, ma nessuno sa cosa succederà dopo. Non è ancora stato deciso se sarà il parlamento ad approvare questa costituzione o se verrà sottoposta a un referendum nazionale.
Quello che è successo in Islanda è già successo, e succederà ancora, e sta accadendo in Grecia ad esempio, su scala più grande. La gente si sta ribellando qua e là, ma non sembra che molto stia cambiando davvero. Il motivo per cui le cose non cambiano è legato al sistema capitalista in cui viviamo, dove il denaro è l’unico paradigma. Che ci crediate o no, è possibile avere altre misure. In Bhutan usano la felicità come barometro per le decisioni politiche, e in Bolivia hanno deciso di anteporre le esigenze di crescita e prosperità della madre terra a qualsiasi altra necessità. Sostenibilità è la parola chiave, laggiù. Il sistema capitalista mantiene il 90% delle persone nelle catene del debito, in modo che il 10% possa essere super ricco. Questa non è una forza della natura, ma un insieme di norme e regolamenti che abbiamo creato per noi stessi, e può cambiare in qualsiasi momento, se solo lo vogliamo. Le rivoluzioni in Libia e in Egitto sono in qualche modo più vere, perché il popolo sta rovesciando questi terribili dittatori e la violenza è tragica e dolorosa. Ma sarebbe triste se cadessero in preda del materialismo e del capitalismo, o della religione fondamentalista.
Forse il mondo sta davvero cambiando in questo momento. Forse queste rivolte sono tutte collegate e sono l’inizio di un nuovo ordine mondiale. E’ difficile vedere chiaramente quando il fumo è ancora così fitto.

P: Cosa presenterete da pinksummer?

ILC: Wheel – una scultura di grandi dimensioni, fatta di legno, calze di nylon e luce.
Abbiamo usato collant di nylon come materiale nel nostro lavoro fin dall’inizio della nostra collaborazione. Alcuni pezzi, come Bald Eagle, Second Skin e Black Swan, sono stati fatti con un vecchio metodo che una di noi ha imparato da sua nonna, secondo il quale si formano piume o petali con filo e collant. Poi li abbiamo indossati come parte del nostro costume e lo scorso anno abbiamo iniziato a esplorare davvero il materiale, perché ha così tanti livelli interessanti concettualmente. Il collant è un oggetto molto femminile, ma anche il risultato di un processo tecnologico e chimico molto complesso. Una specie di miracolo scientifico, che ha sostituito le calze di seta. Un simbolo di controllo dell’uomo sulla natura, o forse piuttosto un segno di come siano grezze e sterili le creazioni sintetiche umane in confronto alla natura.
Una volta stavamo facendo esperimenti in studio con dei collant colorati e la luce, e abbiamo visto questa forte somiglianza con le vetrate. Molte delle vetrate nei rosoni delle chiese gotiche, raccontano la storia dell’immacolata concezione della Vergine Maria. Wheel d’altra parte mostra gli organi sessuali dell’essere umano maschile e femminile, gli organi che si occupano della concezione biologica di un embrione umano. Il ciclo di collant colorati rappresenta il ciclo mestruale e il ciclo della luna è visibile anche intorno a tutta la rappresentazione, in modo da collegare l’universo esterno all’universo interno. Al centro c’è l’uovo, il sole di questo universo interiore e gli spermatozoi che si stanno avvicinando. Questo è il vero miracolo della vita, molto più complesso di quanto possiamo immaginare.
Sheet – Questo è un nuovo pezzo che abbiamo creato appositamente per Pinksummer. Si tratta di un lenzuolo bianco che è stato teso come una tela su un telaio a espansione e in questo senso ricorda un dipinto. Su questo lenzuolo bianco abbiamo cucito gruppi di “penne” di nylon di colore rosso. Queste penne sono realizzate in collant e filo, un’antica tecnica decorativa. Le calze di nylon appartengono quasi esclusivamente al regno femminile e le abbiamo usate nel corso di tutto il nostro lavoro.
Quest’opera a muro può essere vista come puramente astratta, ma ci piace pensare ad essa, come se i petali rossi rappresentassero le macchie che accidentalmente appaiono sul lenzuolo di una donna mestruata. Questo sangue significa che la donna non è incinta e quindi in un certo senso questa è l’idea opposta a ciò che viene presentato in Wheel.
La vista di queste macchie può causare grande sollievo o delusione dolorosa, o essere semplicemente fastidiosa. In alcuni luoghi o in passato le donne erano considerate sporche quando avevano le loro cose, e questo poteva comportare una loro temporanea esclusione dalla società o dalla partecipazione a particolari eventi. Ma queste macchie rappresentano semplicemente il ciclo della vita, e in questa sostanza, o nei pezzi che il sangue contiene, tutta l’umanità ha la sua origine.

PS: Esistono gli elfi?

ILC: Si.